Di fronte al recente decreto legge del Governo, che fissa a 26 il numero delle aperture degli esercizi commerciali su un totale di 52 domeniche all’anno, Confcommercio e sindacati trevigiani hanno redatto un “contratto integrativo territoriale”, dove le aperture da 26 divengono 21, numero oltre il quale scatta una maggiorazione in termini di compenso.
Lo spiega Federico Capraro, presidente di Ascom Conegliano: “Oggi possiamo dire che, sia pur faticosamente, il comparto ha raggiunto un proprio equilibrio. E quindi mal sopporterebbe, sul tema degli orari una retromarcia normativa costruita sui principi e non su dati di fatto”.
“Per questo, – prosegue Capraro – Confcommercio, Cgil, Cisl e Uil della provincia di Treviso, lo hanno affrontato costruendo soluzioni concrete. Da questo è scaturito un ‘contratto integrativo territoriale’ che ha posto al centro la flessibilità d’impresa, il riconoscimento della stagionalità e le aperture festive articolate su 21 domeniche, limite oltre il quale scatta la maggiorazione economica”.
Per il presidente di Ascom si tratta di un contratto, unico e innovativo:”A dimostrazione – sottolinea – che Confcommercio e sindacato, se messi nella condizione, fanno il proprio mestiere dando risposte concrete a problemi veri.E pure in modo efficace perché conoscono il territorio e le sue esigenze, ascoltando i lavoratori e le imprese.
“Se, come purtroppo sembra, la crisi non è finita, – conclude Capraro – occorre guardare al mercato, orientandosi alle soluzioni di lungo periodo. A tutela dei consumatori più deboli e anziani, facilitando il fisiologico ricambio imprenditoriale, recuperando la voglia dei giovani di trovare occupazione nel commercio. E’ così, e solo così, che si creano sviluppo ed occupazione”.
Secondo il decreto del governo Conte alle Regioni spetterebbe l’onere di decidere quando concentrare le aperture domenicali, mentre ci potrebbero essere maggiori concessioni ai 14 Comuni metropolitani, ovvero Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia. Situazione invariata, invece, per le rivendite di generi di monopolio, i negozi delle stazioni, le edicole, gelaterie, pasticcerie, rosticcerie, negozi di fiori e di artigianato locale.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
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